PREFAZIONE di Giuseppe Martucciello

“A proposito del Maestro Guido Profumo…”

è con sincero piacere che accolgo la richiesta di Guido di svolgere una sintetica introduzione al Suo recente nuovo catalogo alla ricerca dell‘Essenziale, che contiene ogni momento di riflessione del fare arte oggi.
So che l’Opera è anche un omaggio alla memoria di Suo Fratello, quindi una iniziativa oltremodo sentita.
Vorrei aggiungere con questo breve scritto alcune “Note Interpretative al Manifesto” pubblicato da Guido Profumo in data 15 aprile 2020 sul suo sito iaover.org e in sovracopertina al catalogo.
Guido Profumo interpreta il suo concetto dell’Arte in un “Manifesto” condiviso, aperto al mondo sociale, all’impresa e all’economia.
L’importanza del documento è legata alla svolta radicale di interpretare l’arte non elitaria e avulsa dalla realtà sociale che viviamo, si viaggia con Guido su un doppio binario, quello della ricerca del gusto di fare arte “sempre intessuta di materia e di realtà” e nel contempo la consapevolezza di una ricerca di uno stile di vita ed un costrutto economico più reale di quello vissuto sino ad oggi nel nuovo millennio.
Il tema del rapporto tra Arte e Società ed Arte ed Economia non è del tutto nuovo, poiché ogni vero Artista è inevitabilmente figlio del suo tempo e della realtà socio-economica. In Guido e nella sua opera fa la differenza la piena consapevolezza di questo primario ed essenziale rapporto. Personalmente l’unico Autore con così stretta analogia di lavoro posso ritrovarlo solo in Alberto Burri (1915-1995), poiché nella prima produzione del dopoguerra il rapporto Artista-Materiali-Realtà Economica-Sociale risulta un tutt’uno. Alla prima metà degli anni Cinquanta appartiene la sua serie più famosa: quella dei «sacchi». Sulla tela uniformemente tinta di rosso o di nero incolla dei sacchi di iuta. Questi sacchi hanno sempre un aspetto «povero»: sono logori e pieni di rammendi e cuciture, come l’Italia post-bellica che doveva affrontare la ricostruzione. 
Al loro apparire fecero notevole scandalo: ma la loro forza espressiva, in linea con il clima culturale del momento dominato dal pessimismo esistenzialistico, ne fecero presto dei «classici» dell’arte. “La sua opera ha radicalmente rimesso in discussione il concetto di arte, e del suo rapporto con la vita. L’arte come finzione mimetica che imita la vita appare ora definitivamente sorpassata da un’arte che illustra la vita con la sincerità della vita stessa.”.
Altro legame indelebile con il vissuto socio-economico è rappresentato da Neurath, che definisce il Novecento “era dell’occhio”, la conoscenza del mondo avviene per stimolazione visiva, principalmente durante le ore di svago, per esempio attraverso il cinema e la televisione. Per tale motivo, al fine di educare i ceti più poveri, egli ritiene necessario fare ampio uso delle immagini in luogo delle parole. A tale scopo, Neurath inventa la statistica visiva, di facile lettura e interpretazione (diagrammi, illustrazioni, fotografie, icone, disegni). Facendosi aiutare dal pittore modernista e illustratore Gerd Arntz, egli sviluppa una particolare simbologia grafica, detta Isotype (acronimo di International System of Typographic Picture Education, 1935) che, privilegiando l’uso di immagini logisticamente semplici, rappresenta significati in modo chiaro e immediatamente riconoscibile.
Tuttavia nel caso del Maestro Guido Profumo la svolta è inevitabile, poiché il rapporto con Economia e Società per il cambiare dei tempi si trova del tutto in contrasto con un semplice legame simbiotico. Il rapporto sembra più rappresentato da poli magnetici che si respingono e/o si attraggono e che l’Artista riesce sapientemente ad affrontare con la coerenza dello stile di vita e dell’opera creativa. Se così non sapesse fare i principi della globalizzazione economica e lo stile di vita tenderebbero a respingere il “semplice” processo artistico materiale. Controcorrente per Guido l’arte resta vicina alla vita, come se l’economia fosse solo e sempre legata al prodotto materiale. 
Realtà solo apparentemente distanti, al contrario vicine se l’Arte è ricerca di materia espressiva contemporanea e l’economia abbracciasse il principio di rimane legata al prodotto… Arte è cibo per la mente… il prodotto cibo per il corpo o per la sopravvivenza.
Una impostazione che lascia il segno!

Giuseppe Martucciello