(Preludio a un Manifesto Artistico culturale e colturale Essenziale)

Per una ecologia della bellezza

Azzerate le discussioni, buttate per aria le convenzioni – le une e le altre inerti sulla crisi della nostra società – in attesa di una resurrezione o almeno di un’alba in cui i fermenti migliori della nostra comunità trovino un comune alimento, proponiamo un minimo denominatore culturale ancorato a ciò che è solo umano e ci rende tale: il linguaggio e la condivisione (di cibo, di parole, di idee, di bellezza, …di Arte).

Un’Arte che sia condivisibile, oltre qualunque definizione, moda, tendenza, “scuola”, manifesto, dovrebbe essere oggi un linguaggio e un nutrimento per un’umanità in cerca di se stessa.

Non è compito dell’Arte dare spiegazioni ma l’Arte può farsi sintomo e terapia dei disagi del mondo, può e deve essere il “gancio” con cui legare la realtà a ciò che ci rende umani, la condivisione, la creatività, la bellezza.

Il gancio dei “camalli” (scaricatori di merci nel porto di Genova) e i sacchi di grano, tabacco, caffè, cotone erano la nuda realtà.
Ma era il successivo gesto con cui il camallo arpionato il sacco lo lanciava idealmente verso la città e la sua gente che trasformava quella realtà in tutta la vita che sarebbe stata.
Un gesto sempre uguale e sempre diverso …e l’Arte che muove sempre da un gesto, per quanto umile; l’Arte che è sempre intessuta di materia e di realtà.
Di realtà ma non di certezze quando la realtà è anche incertezza e fragilità.
E l’Arte non è allora scoperta dell’incerto, non è sempre mediazione e ricerca tra la realtà e tutto l’incerto che abbiamo intorno?
Il gesto del camallo quasi come un manifesto, ad arpionare la realtà e i suoi bisogni, gesto sempre uguale e sempre diverso, cercando di arpionare una verità (tra realtà e incertezze).

In questa duplice dimensione, in questa necessità e con questa convinzione:

• Noi riteniamo che l’Arte possa essere l’approdo della dignità e che l’Arte possa essere una leva per la ricerca di dignità.

• Noi riteniamo che l’Arte contemporanea non debba solo limitarsi ad essere specchio dei tempi ma in base a ciò che essi manifestano abbia il profondo dovere di esortare e indicare e non limitarsi alla mediocre ricerca del momentaneo consenso.

• Noi riteniamo che l’Arte come ogni gesto umano “agganciato” alla bellezza come alla realtà debba essere sine cera, ovvero sincera, con riferimento profondo al significato etico della parola stessa: compiere scelte non ambigue e l’essere responsabili per se stessi e gli altri, in definitiva di ogni altro e anche nelle comunità immense e globali dei nostri tempi.

• Noi professiamo lo sforzo di liberarci dal conforto di certezze predefinite per arricchirci della scoperta dell’”incerto”, del nuovo e del diverso.

• Noi riteniamo che le parole cultura e coltura (stessa “radice” dimenticata) abbiano bisogno di essere riconsiderate nella loro natura genuina originale.

• Noi riteniamo che, in questi momenti saturi e al tempo stesso vuoti, “privazione” e “contenimento” possano essere capisaldi per un percorso indirizzato a liberarsi del superfluo e degli eccessi, un percorso di sottrazione volto a concentrarsi sulla sostanza …sull’ESSENZIALE.

Il nostro movimento, ancorché proposto e concepito da un artista pittorico che si ritiene tale “per scelta e vocazione”, è rivolto ed aperto a tutto il tessuto artistico e culturale, a qualsiasi manifestazione artistica e di pensiero, ma anche e soprattutto al sociale tutto, nessuno escluso, compreso il mondo delle imprese che, attraverso un virtuoso percorso di ricerca e innovazione, possono responsabilmente orientare il percorso futuro sociale gli stili di vita e il benessere dell’individuo nel senso più essenziale e nobile della parola stessa.


Primavera 2020

Guido Profumo

Questo Manifesto è stato pubblicato da Guido Profumo il 15 aprile 2020. Qualora fossi intenzionato ad aderire con la Tua sottoscrizione, invia una email a g.profumo@iaover.org indicando: nome e cognome / località / attività svolta. Il Manifesto verrà periodicamente aggiornato in calce con la firma dei sottoscrittori.

SOTTOSCRITTORI

Maurizio Sentieri – Celle Ligure (SV)
Storico dell’alimentazione, nutrizionista

Giuseppe Martucciello – Genova
Professore Universitario
“Note Interpretative al Manifesto – Guido Profumo interpreta il suo concetto dell’Arte in un “manifesto” condiviso, aperto al mondo sociale, all’ impresa e all’economia.
L’importanza del documento è legata alla svolta radicale di interpretare l’arte non elitaria ed avulsa dalla realtà sociale che viviamo, si viaggia con Guido su un doppio binario, quello della ricerca del gusto di fare arte “sempre intessuta di materia e di realtà” e nel contempo la consapevolezza di una ricerca di uno stile di vita ed un costrutto economico più reale di quello vissuto sino ad oggi nel nuovo millennio.
L’arte vicina alla vita, l’economia legata al prodotto materiale; realtà solo apparentemente distanti, al contrario vicine se l’Arte è ricerca di materia espressiva contemporanea e l’economia abbracciasse il principio di rimane legata al prodotto… Arte è cibo per la mente …il prodotto cibo per il corpo o per la sopravvivenza.
Una impostazione che lascia il segno!”

Luciano Caprile – Pegli (GE)
Critico d’arte
“Questo manifesto esalta il ruolo dell’arte come essenza e guida di vita in un attuale contesto che toglie ogni certezza al quotidiano”.

Fabrizio Cavalli – Genova
Professionista – Dottore Commercialista

Barbara Carbone – Milano
Giornalista, Editore

Luca Ferrari – Genova
Artigiano

Antonio Striano – Pagani (SA)
Artista anonimo
“La Materia del …Silenzio ..Visione .. Suono ..Pensiero
La visione puoi vederla …
il suono puoi sentirlo …ma il pensiero … è  invisibile … silenzioso
sicuramente  puoi esternarlo comunicarlo
attraverso la voce … uno scritto … oppure
l  ARTE
Ed ecco come per magia si materializza  e prende forma  il Silenzio generato dall  Animo Oscuro  e …
della cui esistenza ne è a conoscenza soltanto
l  Artista  e  la Natura … che con le stesse
modalità in Silenzio  genera un fiore
un filo d erba  un albero  …….
Ecco … allora … farsi luce nella mente che
la materia Umana e quella della Natura è
il  parto di un unica Energia che si manifesta in innumerevoli forme
di materia;
Gentile   Guido
ho molto gradito il tuo sentir tempo fà essere interprete dell Arte …. è la tua condanna e la tua gioia di vivere”

Jaume Pérez Pons-Maó – Menorca – Islas Baleares (ES)
Empresario

Franco Baccaro – Pagani (SA)
Artigiano, artista, gallerista
“Guido Profumo non è il primo e non sarà l’ultimo a proporre l’Arte come leva per il cambiamento degli stili di vita attuali che portano inevitabilmente all’autodistruzione. Siamo come lemuri che corrono verso il loro annientamento. Il suo manifesto ci porta a fare una riflessione sulla necessità di liberarci di ogni cosa superflua per ritornare alla genuinità e semplicità del gesto che l’artista compie nell’iniziare la sua opera”

Ettore Apuzzo alias Ectomaver – Roma
Produttore, artista

Cristina Caredda – Genova
Impiegata

Rosaria Ricevuti – Genova
Consulente comunicazione

Federico Mana – Macra, Cn (Occitania)
Apneista, recordman
“Crisi – Risurrezione – Gancio – Linguaggio – Dignità Parole che mischiandosi mi hanno attraversato arando sensazioni sedimentate.
Nuove zolle di coscienza ora sono rivolte all’aria, esposte allo sguardo ed alle intemperie del giudizio.
La crisi ara, ci espone a forme di vuoto, ci impone di immergerci in un luogo dove il “fare compulsivo” è sostituito dall’ascolto del proprio incerto.
Si invoca la risurrezione, dimenticando però che per risorgere è necessario accogliere un forma di morte, la morte di un pezzo di identità nel quale ci riconosciamo o crediamo di riconoscerci.
Per evolvere in nuove forme bisogna prima creare spazio, creare quel vuoto nel quale lasciare che l’intimo possa sbocciare.
Ed ogni nuovo germoglio o innesto per crescere deve poter attecchire, si deve “agganciare” al proprio nutrimento.
Ancora una volta diventiamo nutrimento di noi stessi, siamo il nostro stesso gancio.
Non comprendo sempre l’arte, forse perchè l’arte non va compresa ma accolta. Ma so percepire la potenza dell’arte quella potenza che nasce non dal “come” si fa arte, ma dal “perchè” si fa arte.
E quando il proprio perchè è originale ha bisogno di sgorgare fuori. Sgorgare come l’acqua che, nel suo straripamento, si adatta agli ostacoli che incontra ma parallelamente plasma nuove forme.
Forse la dignità dell’arte trova il suo adempimento nel momento stesso in cui l’arte è espressione originale del proprio perchè.
Sento la potenza del linguaggio e dell’arte di Guido, la sento arpionata ai suoi perchè, e quando ti riconosci in essi non puoi far altro che lasciarti invadere.
Crisi – Risurrezione – Gancio – Linguaggio – Dignità Lasciamoci arare.”

AM – Milano
Dirigente d’azienda, contitolare di galleria d’arte, consigliere di amministrazione del Teatro alla Scala
“Caro Guido
L’arte, in tutte le sue articolazioni ma senza fare classificazioni, è certamente il linguaggio della contemporaneità che traguarda il futuro. E oggi , in questo mondo globalizzato il vero rischio è l’omologazione, il cercare il successo attraverso l’imitazione o anche l’emulazione con chi ha successo di mercato. Non potrà più essere così dopo questo che sta avvenendo. L’arte deve tornare ad essere, come ben scrivi, la ricerca dell’incerto, del dubbio, della diversità. Da questo deriva la dignità: una ricerca individuale da proporre alla comunità…E oggi questa pandemia aiuta -e buttare per aria le convenzioni e gli stili: è una occasione rara. Il puzzle della globalizzazione è forse saltato, abbiamo centinaia, migliaia di piccole tessere da rimettere insieme per costruire un disegno diverso. E’ l’arte, il coraggio della dignità che costituiscono le nuove tessere del puzzle. Il tuo è un manifesto etico, che in fondo chiede di tornare a ciò che dalle prime pitture rupestri alle nuove ed ultime forme espressive, è ciò che chiamiamo arte, lontano il mercato ! Poi c’è anche il mercato, ma viene dopo. Dobbiamo ripensare tutto, aggangiarci alla realtà per potercene distaccare, lanciare verso gli altri il nostro grido d’artisti. Per questo l’unico suggerimento che mi permetto di avanzare è di aggangiare ilmanifesto a quello che sta accadendo oggi. Ci stiamo riadattando a buttare via il superfluo: il telefonino di moda non ci interessa più: ci serve per comunicare, per tenerci per mano anche da lontano, per potere scriverci e parlare. Ripeto, togliere il superfluo è oggi una necessità, che ci è piombata improvvisamente addosso. Cogliamo questa opportunità.
Ti mando una meravigliosa poesia di Borges, che devi assolutamente conoscere: si chiama I Giusti.

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere un’etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina, che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Queste persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.”

Maddalena Costa – Genova
Professionista, dottore commercialista

Paolo Torrente – Genova
Professionista, notaio

Michele Corti – Genova
Giornalista Sportivo
“Sottoscrivo questo manifesto, convinto che la ricerca dell’essenziale sia la strada maestra in un momento storico in cui il superfluo ha preso il sopravvento.”

Mary Lombardi – Reading (UK)
Istruttrice di nuoto
“Per come ti conosco tu sei sempre stato il tuo “manifesto”; …concentrato sulla sostanza e l’essenziale. Ispiri a migliorarci in un mondo che mette solo affanno”

Daniela Barillari – Genova
Consulente del lavoro
“Ovviamente concordo totalmente sull’idea di creare un essenziale manifesto artistico culturale.
E mi stimola anche l’aggettivo “colturale” perché la cultura deve essere coltivata, principalmente dalla scuola, dalla famiglia ma soprattutto
da scelte governative che dedichino finalmente importanza alla grande bellezza che ci circonda ..all’ Arte.
L’etimologia della parola arte sembra derivi dalla radice ariana ar- che in sanscrito significa andare verso, e in senso traslato, adattare, fare, produrre.
In seguito ritroviamo questa radice nel latino ars, artis. Quindi originariamente la parola arte aveva un’accezione pratica nel senso di Abilità in un’attività produttiva, la capacità di fare armonicamente, in maniera adatta.
Fare armonicamente per ottenere quindi risultati di bellezza in qualunque prodotto creato.
Nel nostro quotidiano, intendendo per quotidiano il lavoro intenso, convulso, problematico, gli impegni familiari, sociali, politici, la quasi impossibilità di comunicare in questa Babele linguistica, nel nostro quotidiano, dicevo, spesso ci rivolgiamo all’ars, artis per trovare pace, ma anche vere emozioni che diano un senso alla nostra esistenza, bellezza ai nostri occhi, luce al nostro spirito.
Cosa sarebbe questa ns esistenza senza L’ARTE?
E quando ci è capitato di incontrare l’ARTE?
Quando una scultura, un dipinto, una musica, una poesia hanno creato in noi un’esaltazione, una commozione, il desiderio di ripeterle all’infinito per dare luce e un senso alla nostra routine.
Non si può fingere: di fronte ad un’opera possiamo o no sentire un’emozione. Possiamo o no annichilirci nella sua bellezza e nell’effetto che la stessa ha su di noi.
E allora le guerre, le pandemie, la fame nel mondo, il continuo aumento del divario tra ricchi e poveri, il disagio sociale, l’ignoranza, il razzismo purtroppo esistono e l’Arte non può annullarli, ma sicuramente può darci conforto e può contribuire, nei secoli, ad umanizzare il quotidiano individuale e mondiale..
Potrei raccontare a Guido le mia personali esperienze di incontro dell’ARTE, ma non ha alcuna importanza.
E’ importante che l’ARTE e la sua trasfigurazione nei secoli continuino ad esistere in piena libertà.
Chi, come Guido, ha la fortuna di possedere capacità artistiche, nel suo caso pittoriche, che maturano di giorno in giorno sino a creare opere sempre più aderenti al tuo spirito creativo, può coltivare intorno a sé iniziative proiettate alla condivisione di Arte. La forza di Guido è la speranza!
Ma presumo che tutti noi, e tante altre persone in futuro, potremo dare il proprio contributo, qualunque esso sia, per dare nutrimento a tutti coloro che pensano che “con la cultura non si mangia”.
Dal preludio a questo manifesto emana un ottimismo che è esso stesso “colturale”.”